Uaar Ragusa

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23 gennaio, dal sonno dei diritti a #SvegliatItalia

SvegliatiRagusa

Che il 23 gennaio si sia scritto un piccolo capitolo nella storia della democrazia italiana sembra essere un dato di fatto accettato da (quasi) tutti. Una bella storia, tanto per l’Italia quanto per la nostra Ragusa, seppure inserita in un contesto di insopportabile ed opprimente vuoto normativo che perdura ormai da decenni.

Tanti gli attori in gioco, iniziando dalle associazioni LGBT promotrici dell’evento (Arcigay, Arcilesbica, Agedo, Mit), continuando con le associazioni del panorama laico e non che hanno dato il loro appoggio (compresa, ovviamente, la nostra Uaar) e finendo – ma di certo non in ordine di importanza – con la popolazione, vera linfa vitale di ogni manifestazione.

È stata una manifestazione capillare e simultanea, #SvegliatItalia, per gridare a gran voce il bisogno urgente ed improrogabile di una legge che tuteli il diritto di tutti i cittadini italiani ad una vita familiare ed affettiva equa; per affermare ancora una volta che il cosiddetto “ddl Cirinnà” (che intende disciplinare le unioni civili, anche omosessuali), per quanto rappresenti un primo, timidissimo e sicuramente insoddisfacente strumento di tutela delle coppie non sposate, non può essere svuotato ulteriormente di significato, a pochi giorni dalla discussione in Senato, per compiacere i soliti noti, porporati e politicanti, che imperterriti continuano a blaterare di famiglia e “capricci”.

Non bisogna quindi abbassare ancora la guardia, perché il milione di persone presenti in quasi cento piazze italiane ed europee, le trecento persone presenti in piazza San Giovanni, sono sicuramente una grande vittoria per una grande battaglia, ma la lotta non è ancora finita, e noi dell’Uaar saremo sempre in prima linea per battaglie civili di questo tipo.

Ciò che le fazioni religiose (politiche e non) non vogliono capire, probabilmente per ignoranza, è che l’applicazione di una legge come questa non vuol danneggiare la fede religiosa in chi crede bensì rispettare la laicità dello stato e garantire pari diritti a tutti i cittadini di qualsiasi credo o non credo essi siano. La loro condotta invece risulta essere molto arrogante, esigendo che un’ideologia religiosa venga applicata a tutti i cittadini, come se una legge del genere negasse la libertà di credo e di matrimonio ai credenti. I politici sedicenti “cattolici” italiani dovrebbero scindere politica da ideologie religiose quando si tratta di amministrare la comunità pubblica. Anzi, il buon senso di uno stato laico dovrebbe “vietare” a una fazione politica di dichiararsi cattolica!

Ambra Cataudo e Andrea Patriarca

“Un diritto non è ciò che ti viene dato da qualcuno; è ciò che nessuno può toglierti”

Tom C. Clark

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